Vi racconto la mia storia, perché anche per chi rimane accanto a persone che hanno avuto un male terribile non è affatto facile, anzi tutt’altro!!!!!
E’ accaduto tutto tre anni fa ma nella mia mente è ancora vivo tutto ciò che ho vissuto come se fosse ieri. Non credevo mai che potesse succedere alla nostra famiglia. Mai.
Rientrando dalle vacanze proprio in questo periodo, mio marito iniziò ad avere dolori lancinanti alla schiena. Dopo vari esami di accertamento e successivamente averlo ricoverato in ospedale, la diagnosi è stata terribile e devastante: tumore alle ossa al 4° stadio. Non c’era più nulla che si potesse fare. Tempo di vita restante DUE mesi. Intanto che la Dottoressa continuava a parlare sul come affrontare la situazione nella mia mente passavano mille domande alle quali non avevo risposte. Ero incredula, impotente e sola. Com’era possibile? Era il 13 ottobre 2017.
Tutti i giorni dopo il lavoro andavo in ospedale. Mio marito mi faceva domande a cui davo risposte evasive. Ma lui non era stupido. Aveva capito tutto.
Il tempo passava ed iniziavano anche, per le altre persone, i preparativi per le Festività e il mio dolore era più forte che mai.
Rivedevo mio marito tutti i giorni e nonostante il dolore che provava e sapesse cosa sarebbe successo, ci accoglieva con un gran sorriso e questo mi dava la forza per sostenerlo e stargli vicino.
La mattina del 13 Dicembre 2017 alle 4,30 mi chiamarono. Mio marito era morto.
Iniziai i preparativi per il funerale. La chiesa era talmente gremita di persone che non ci stavano neppure e affollavano anche il piazzale. Io dentro di me non sentivo nulla. Il vuoto più totale.
Un anno dopo facevo l’analisi di ciò che era successo e mi chiedevo dove erano finite tutte le persone che quel giorno erano in chiesa e mi avevano detto che se avevo bisogno c’erano. Sparite. Quelle rimaste le ho contante sulle dita di una mano.
Decisi di affrontare e riprendere la mia vita in tutti i sensi.
Contattai una persona estranea a tutto, un gigolò. Anzi “il gigolò d’eccellenza” come è stato definito anche perché avendo avuto un rapporto con un uomo si era verificata una sorta di situazione fisica che non avevo mai avuto e volevo saperne di più e sul suo profilo c’era scritto quello che faceva al mio caso.
Lo chiamai e raccontai quello che mi era successo con mio marito ma lui non mi disse nulla, solo un “mi dispiace”. Poi chiesi per la mia situazione e lui mi spiegò ciò che volevo sapere.
Tutte le sere, dopo il lavoro, mi chiamava per salutarmi e chiacchieravamo di tante cose. Quello che mi faceva riflettere è che non chiedeva mai “come stai”….
Telefonata dopo telefonata decisi di incontrarlo perché lui mi faceva stare bene e la curiosità aveva preso il sopravvento ma anche perché volevo stabilire un contatto con una persona così premurosa nei miei confronti.
Così iniziammo a vederci ed incontro dopo incontro una persona totalmente estranea alla mia vita mi ha alleviato il dolore e la sofferenza. Tutt’ora mi è vicino e non ci sarà mai niente che possa ripagarlo così tanto per ciò che ha fatto per me.
Come dice l’immagine in cui mi rispecchio:
Sii come la Fenice: se qualcosa ti rende cenere…
Tu rinasci ancor più splendente di prima….
Ed è stato proprio così. Grazie a lui sono rinata !!!!!